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Cos’è, Come Riconoscerlo e Tutele Legali
Il mobbing sul lavoro è una forma di vessazione psicologica che può avere conseguenze devastanti sulla salute e sulla carriera di chi lo subisce. Si tratta di un fenomeno complesso, che coinvolge comportamenti persecutori messi in atto da colleghi o superiori gerarchici per isolare o danneggiare un lavoratore. In questo articolo, a cura della Dott.ssa Maria Cristina Ciancarelli, vedremo Cos’è, Come Riconoscerlo e Tutele Legali ed esploreremo il concetto di mobbing, i riferimenti normativi, le conseguenze per le vittime e le tutele legali previste dall’ordinamento italiano.
Definizione ed Etimologia
Origine del Termine
La parola mobbing deriva dal verbo inglese “to mob”, che significa “aggredire” o “assalire”. Questo termine è stato introdotto negli anni ’80 dallo psicologo svedese Heinz Leymann per descrivere una serie di comportamenti ostili osservati in alcuni ambienti lavorativi. Leymann associò il termine a traumi psicologici subiti da operai e impiegati sottoposti a vessazioni sistematiche sul luogo di lavoro. Inoltre, oggi per mobbing si intendono tutti quei comportamenti vessatori, reiterati nel tempo, messi in atto da colleghi o superiori (detti mobber) con l’obiettivo di isolare, marginalizzare o spingere un lavoratore alle dimissioni o al licenziamento.
Caratteristiche del Mobbing
In questo contesto, è importante notare che il mobbing può manifestarsi in diverse forme e può essere difficile da riconoscere. Pertanto, è fondamentale comprendere le sue caratteristiche principali per poterlo identificare e contrastare efficacemente.
I Riferimenti Normativi sul Mobbing
Quadro Legislativo
Il mobbing non è disciplinato da una norma specifica nel nostro ordinamento, ma la sua tutela si fonda su principi costituzionali e norme del Codice Civile. In particolare, i principali riferimenti normativi sono: Costituzione Italiana, Codice Civile, Art. 2087 c.c.: obbligo del datore di lavoro di tutelare l’integrità psicofisica dei dipendenti. Art. 2043 c.c.: responsabilità extracontrattuale per danno ingiusto. Art. 2103 c.c.: tutela contro il demansionamento. Artt. 1175 e 1375 c.c.: obblighi di correttezza e buona fede nei rapporti contrattuali. Inoltre, queste norme forniscono una base legale per le vittime di mobbing.
Gli Indicatori del Mobbing: Come Riconoscerlo
Criteri di Riconoscimento
La Suprema Corte di Cassazione (sentenza n. 10037/2015) ha individuato sette criteri utili per riconoscere il mobbing:
- Ambiente di lavoro: il contesto in cui avvengono le vessazioni.
- Durata: i comportamenti devono essere protratti nel tempo.
- Frequenza: le azioni ostili devono essere ripetute.
- Tipologia delle azioni: comportamenti ostili come isolamento sociale o critiche costanti.
- Ruolo dei protagonisti: se il mobber è un superiore gerarchico o un collega.
- Andamento per fasi successive: conflitto iniziale, sintomi psicosomatici, esclusione dal mondo del lavoro.
- Intento persecutorio: disegno premeditato per tormentare il lavoratore. Di conseguenza, l’intento persecutorio è un elemento fondamentale per stabilire se si tratta di mobbing.
Prova dell’Intento Persecutorio
Inoltre, l’elemento centrale è proprio l’intento persecutorio, che deve essere provato dalla vittima attraverso elementi oggettivi o presunzioni gravi, precise e concordanti (Cassazione Sez. Lav., sentenza n. 23918/2019). Pertanto, è cruciale raccogliere prove concrete per supportare la propria denuncia.
Esempi di Comportamenti Vessatori
Tipologie di Comportamenti
I comportamenti che possono configurare il mobbing includono:
- Isolamento sociale: impedire al lavoratore di comunicare, estrometterlo dalle decisioni aziendali o trasferirlo in luoghi isolati.
- Riduzione dell’autostima: non assegnargli incarichi adeguati o criticarlo continuamente.
- Demansionamento: affidargli compiti inferiori rispetto alla sua qualifica.
- Compromissione della salute: negargli ferie o congedi necessari. Inoltre, questi comportamenti possono avere effetti devastanti sulla salute mentale e fisica del lavoratore.
Le Conseguenze del Mobbing: Danni Patrimoniali e Non Patrimoniali
Tipi di Danni
La condotta del mobber può causare danni sia patrimoniali che non patrimoniali alla vittima:
- Danno Patrimoniale: perdita di reddito o peggioramento delle prospettive lavorative.
- Danno Biologico: menomazione dell’integrità psicofisica della persona.
- Danno Morale: sofferenze emotive derivanti dai comportamenti vessatori.
- Danno Esistenziale: peggioramento della qualità della vita con mutamenti nelle abitudini personali e familiari. Inoltre, questi danni possono avere ripercussioni a lungo termine sulla vita del lavoratore.
Tutele Legali Contro il Mobbing
Norme di Tutela
La norma principale per la tutela contro il mobbing è l’articolo 2087 c.c., che obbliga il datore di lavoro ad adottare tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza fisica e morale dei dipendenti. Di conseguenza, è fondamentale che le aziende implementino politiche anti-mobbing efficaci.
Responsabilità del Datore di Lavoro
Il datore di lavoro può essere ritenuto responsabile: direttamente se è lui stesso l’autore delle vessazioni, indirettamente se non ha vigilato sulle condotte dei colleghi del lavoratore. Inoltre, in caso di violazione dell’articolo 2087 c.c., la vittima deve provare l’esistenza dell’obbligo violato e il conseguente danno subito. Tuttavia, recenti sentenze hanno alleggerito l’onere probatorio del lavoratore, permettendo l’uso di presunzioni gravi e concordanti (Consiglio di Stato Sez. IV sentenza n. 4471/2019).
Cosa Rappresenta il Mobbing
Il mobbing rappresenta una grave violazione dei diritti fondamentali del lavoratore, incidendo sulla sua salute, dignità e qualità della vita professionale e personale. Pertanto, se ritieni di essere vittima di mobbing, è fondamentale agire tempestivamente rivolgendoti a un professionista esperto in diritto del lavoro.
( a cura della Dott.ssa Mara Cristina Ciancarelli , partners dello Studio legale Ricci & partners)